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Dissidenza di sinistra durante la lotta di Liberazione

A Torino, nel 1943, molto attivo nelle fabbriche, con un’adesione quasi pari a quella del PCI (duemila militanti) operava il Partito Comunista Integrale. A partire dal nome stesso, questo gruppo si considerava il depositario del vero marxismo, distinguendosi dal PCI, che sarebbe invece venuto meno ai compiti che si era proposto al momento della sua fondazione. Il Partito Comunista Integrale lavorava per la costituzione di un vero partito “leninista”, formato da quadri educati al rigore ed alla disciplina della lotta. Gli esponenti di spicco del gruppo erano Pasquale Rainone, operaio Fiat, licenziato dalle Ferrovie per la sua attività politica, molto conosciuto nelle fabbriche e nella Barriera Torinese per la sua presenza attiva nelle lotte. Insieme a lui operava Temistocle Vaccarella, di professione cappellaio, originario di Avellino. Essi non condividevano appieno le analisi della situazione (Vaccarella era molto più critico verso il PCI, più intransigente), ma erano accomunati dal medesimo impegno politico nelle fabbriche. Il gruppo pubblicava il giornale Stella Rossa, e i suoi militanti furono i primi a formare, dopo l’8 settembre, le bande armate contro i nazifascisti, rivendicando un antifascismo rivoluzionario, al di fuori di ogni alleanza con le forze borghesi. Nelle fabbriche avevano anche organizzato i loro GAP, distinti da quelli del PCI. Fra i gruppi dissidenti erano i soli a tentare una distinzione di classe tra nazisti e proletari tedeschi, anche se questa differenziazione era sostenuta solo a livello teorico. La critica, dai toni anche molto duri, che rivolgevano al PCI, definito “centrista”, era di partecipare al tentativo borghese di cloroformizzare le masse, attraverso la democrazia, che non era altro che la maschera borghese del capitalismo, allo stesso modo del fascismo. La contraddizione di fondo della loro impostazione politica, che caratterizzava tutti i gruppi dissidenti con l’unica eccezione del PCint., era il giudizio sull’URSS. Il PC integrale si riteneva il rappresentante del socialismo sovietico in Italia: nessuna critica era mossa allo stalinismo e all’URSS, anzi, gli attacchi portati al PCI erano condotti in nome del “paese del socialismo”, del quale offrivano un’immagine creata da loro stessi. Di conseguenza, la critica al PCI investiva l’operato del partito dalla caduta del fascismo in poi. A Stella Rossa non furono risparmiati gli attacchi diffamatori del PCI. Il grosso seguito che il gruppo aveva nella situazione operaia torinese lo rendeva pericoloso agli occhi dei dirigenti del PCI. Al PC integrale erano rivolte le solite accuse di attendismo. Le invettive erano rivolte prevalentemente contro il “sinistro” Vaccarella, ma nei suoi confronti si andò oltre gli attacchi verbali.
[…] Un altro gruppo di dissidenti era quello riunito attorno al giornale Il Lavoratore di Legnano. Legnano era una città a forte tradizione operaia, c’erano nuclei attivi di operai comunisti, che dopo la caduta del fascismo si trovarono su posizioni più a sinistra del PCI. Il gruppo de Il Lavoratore criticava l’accordo politico del PCI con le forze borghesi, ma non metteva in discussione il suo ruolo e accettava la coalizione dei CLN. Essi ritenevano che la lotta del proletariato contro il nazifascismo, dovesse avere un carattere essenzialmente anticapitalistico e non propugnavano alcuna “democrazia progressiva” o “popolare”, ma la lotta prima contro il nazifascismo e poi contro il capitalismo. Rispetto agli altri gruppi, non esaltavano l’URSS. I personaggi più rilevanti dell’organizzazione erano i fratelli Venegoni; Carlo era stato fra i costitutori del Comitato d’Intesa ed in seguito si era schierato con Gramsci. <23 Nel 1942 aveva avuto, al momento della formazione del PCint., dei contatti con Maffi, il quale gli aveva proposto di entrare nel partito, ma egli aveva rifiutato. Il gruppo era vicino al PCI ma era da esso attaccato al pari degli altri dissidenti, in particolare per i contatti avuti con Prometeo e Stella Rossa. Esso fu riassorbito nel partito nel luglio 1944. Molto vicino al gruppo de Il Lavoratore, con il quale intratteneva anche rapporti di collaborazione, c’era un gruppo di esponenti della sinistra del PCd’I formato da vecchi militanti del partito, Repossi, Fortichiari, Mario Lanfranchi, Della Lucia. <24 Essi si incontravano già negli anni ’30 e avevano stilato documenti a volte firmati a nome di un “Gruppo comunista” o “Sinistra comunista”. Essi lavoravano parallelamente agli altri gruppi, con i quali concordavano su molti aspetti. Nel 1943, Fortichiari aveva chiesto di entrare nel PCI dove fu ammesso solo dopo il 25 luglio, insieme a Repossi era stato contattato da Damen e anche da Maffi per un confronto su alcune questioni politiche. Egli non credeva nella politica del PCI, ed era molto critico sull’URSS, ma riteneva possibile cambiare qualcosa solo agendo all’interno del partito.
[NOTE]
23 Ibid., p. 205 e sgg.
24 Mario LANFRANCHI fu in un certo senso il finanziatore della Frazione, possedeva una azienda concessionaria di macchinari agricoli tedeschi esclusiva per la Francia. Nella stessa fabbrica lavorava Della Stella e suo figlio. Egli permise alla figlia di Damen di proseguire i propri studi. (Testimonianza di Piero Corradi).
25 B. FORTICHIARI, cit., pp. 170-176.
Angela Ottaviani, La sinistra comunista dai Fronti Popolari alla Resistenza, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Anno Accademico 1990-1991

A livello ufficiale, il Partito comunista tacciava con un termine dall’odore di anatema tutti coloro che si ponevano alla sua sinistra: ‘sinistrismo’, variabile di ‘estremismo’ e, ancora più antico, ‘trotzkismo’. Famoso resta l’infelice articolo di Pietro Secchia dal titolo “Sinistrismo maschera della Gestapo” <296, con il quale alcuni storici hanno ipotizzato si era giustificata dalle pagine de l’Unità la condanna a morte di alcuni leader partigiani di gruppi trotzkisti o antisovietici, ma non solo: il dubbio di una simile condanna pesa anche sulla figura di Lelio Basso, socialista rivoluzionario, tra i più agguerriti oppositori alla politica di unità ciellenista a tutti i costi <297. Scritto peraltro da un esponente di primo piano del PCI sospettato più avanti egli stesso di estremismo interno, esso sembra rivolto anche a un certo sinistrismo proprio di quadri e militanti del partito; in questo caso il termine utilizzato è ‘settarismo’, per indicare un senso di appartenenza tale al partito e alla classe operaia da incrinare la linea stessa del partito. Infatti “L’estremismo entrava più nel merito e proponeva contenuti diversi e tempi veloci facendo coincidere la grandiosità dell’obiettivo con l’immediata possibilità di realizzarlo. Non si trattava tanto di malattia infantile, quanto di intensità della richiesta. Nella realtà avveniva un complicato gioco di relazioni fra settarismo ed estremismo, che dava vita a forme varie di ‘sinistrismo’ “. <298 Significativo, da questo punto di vista, il gruppo milanese riunito attorno ai fratelli Venegoni e al giornale “Il Lavoratore”: “La sola formazione esterna al Pci presente con solidi legami di massa è quella che si esprime attraverso ‘Il Lavoratore’: è un gruppo locale, ed opera nel circondario di Legnano dove il suo ascendente è molto forte. Dal giornale emergono molto forti le riserve sullo stalinismo del Pci, e dai rapporti conservati nell’archivio del Pci si desume anche che un’aspra polemica lo contrapponeva al partito perché quest’ultimo sarebbe stato presente troppo debolmente negli scioperi di marzo [1943, nda]”. <299
Anche se, nel giudizio espresso da Luigi Longo a Roma, il gruppo è orientato in senso estremista, ma non antipartito. <300 E ancora più importante risulta il gruppo bassiano del Movimento di unità proletaria fondato il 10 gennaio 1943 e che per lungo tempo, dopo il rientro di Basso nel PSI (nel settembre ’43), rappresentò l’unica formazione antiattendista in campo socialista <301. La figura di Basso è piuttosto particolare: esponente di un socialismo operaista dichiaratamente rivoluzionario, favorevole all’unità di intenti con il PCI e al tempo stesso critico da sinistra sulle posizioni di compromesso che la dirigenza comunista assume dopo la svolta di Salerno.
[NOTE]
296 Ricordiamo, per correttezza, nonostante la palese asimmetria organizzativa, che anche nel fronte estremista ci sono state prese di posizione radicalmente antagoniste, come quella comparsa il 1° marzo 1945 nell’articolo ‘Sulla guerra’ sul giornale bordighista Prometeo in cui si affermava che ‘alle tre maschere del nemico di classe (democrazia, fascismo, sovietismo), il proletariato risponde trasformando la guerra in rivoluzione’.
297 Cfr. G. Monina, Il Movimento di Unità Proletaria (1943-1945), Carocci Editore 2005
298 C. Pavone, Una guerra civile, op. cit., p. 367
299 L. Ganapini, op. cit., p. 67
300 Lettera del 6 dicembre 1943, in C. Pavone, Una guerra civile, op. cit., pp. 370-71
301 Se consideriamo che le Brigate Matteotti, legate appunto al PSI, furono fondate solo dopo la metà del 1944.
Elio Catania, Il conflitto sociale: “motore della Storia” o “tabù” storico-politico. Il caso di Milano nel secondo dopoguerra, Tesi di laurea magistrale, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Anno Accademico 2016-2017

«Le formazioni che si svilupparono alla sinistra del Pci e del Partito socialista, oltre a contrastare i due partiti sul piano politico, riuscirono a conquistarsi un seguito alquanto notevole, anche se solo per alcuni mesi. La “dissidenza” di sinistra, se così si può definire, non era tipica di alcune zone d’Italia ma si estendeva su tutto il territorio occupato e travalicava i confini militari per ripresentarsi nell’Italia liberata dalle truppe alleate» <26.
Queste parole aiutano a comprendere quale sia stata l’effettiva espansione e l’incidenza di questo fenomeno, i cui strascichi possono essere individuati a fasi alterne anche per un lungo periodo del dopoguerra.
La nascita di queste esperienze può essere collocata nel periodo compreso tra l’8 settembre e l’effettiva occupazione del territorio italiano dalle truppe tedesche, quando il governo monarchico di Badoglio rese esplicita, ancora una volta, la volontà di proseguire la guerra, questa volta schierato al fianco dell’esercito alleato.
Le agitazioni e gli scioperi che si susseguirono in questo momento di transizione costrinsero le autorità centrali a coinvolgere nell’azione di governo i partiti antifascisti appena usciti da una clandestinità durata vent’anni. L’azione di quest’ultimi, se in qualche modo fornì maggiore legittimità alle istituzioni, venne vista da sinistra come un tradimento rispetto alle aspettative rivoluzionarie delle classi lavoratrici e come un modo per inserire la guerra di liberazione entro gli argini di una non meglio identificata lotta democratica.
«Per il Pci e il Psi non si trattava infatti di mettere in discussione il potere di quella borghesia che aveva convissuto col fascismo nel ventennio appena trascorso, ma di allearsi con quei settori che ne accettavano la guerra democratica. Era in pratica la riproposizione delle guerre risorgimentali per riconquistare l’unità del territorio nazionale, con una differenza sostanziale: questa volta la classe operaia, ormai diventata “classe nazionale”, doveva porsi come forza d’avanguardia e d’esempio alle altre classi» <27.
In questo contesto ebbero dunque gioco facile i proclami oltranzisti che avevano caratterizzato la componente massimalista del PSI e quella bordighista del PCI in seguito al congresso di Livorno nel 1921. Branditi con entusiasmo dalle generazioni più anziane di militanti, queste dichiarazioni ebbero l’effetto di una calamita per quei tanti che non avevano soppresso i propri ideali durante i lunghi anni di dittatura fascista.
Al settarismo di questa componente, che legava alla militanza un forte richiamo simbolico alla tradizione <28, si affiancò un estremismo dettato dalla volontà di fare tutto e subito, di segno differente rispetto alle velleità dei
vecchi militanti. Era la spinta in avanti di quei giovani che intravedevano nella guerra partigiana un’occasione di riscatto, un afflato rivoluzionario che andava colto nella sua interezza prima di essere soffocato dalla reazione delle forze borghesi.
«Dell’aspettativa che la caduta del fascismo travolgesse con sé anche il capitalismo non esisteva soltanto una versione dotta, catastrofica e terzinternazionalista […]. Esisteva anche una versione vissuta attraverso l’immediata identificazione del fascista con il padrone e l’aspettativa di un mondo nuovo, del socialismo o del comunismo (la distinzione fra i due termini, nettissima sul piano pragmatico e di partito, sul piano dei principi ideali sfumava fino a dissolversi)» <29.
L’alternanza tra queste due anime, il cui contrasto non è così netto come potrebbe sembrare, si aggregò nei gruppi dissidenti, pur formando elaborazioni ideologiche differenti: secondo Pavone <30 ci fu infatti chi si attestò su posizioni di attendismo messianico in nome della purezza della lotta di classe, e chi si lasciò trasportare da una sorta di “settarismo militare”.
Nessuna di queste posizioni, d’altronde, era estranea all’humus militante del PCI, ma creò un precedente allarmante nel momento in cui diede origine alla nascita di organizzazioni dissidenti.
Questa “area grigia” della dissidenza faceva capo a una moltitudine di riferimenti ideologici, che passavano dal sindacalismo anarchico al cosiddetto “bordighismo” (i cui confini teorici rimangono molto sfocati) per approdare allo scissionismo trockista. Il “sinistrismo”, come verrà definito dai vertici del PCI, comprendeva vaste aree di delusi dalla politica centrista, e venne pesantemente attaccato dagli organi ufficiali del CLN e dei partiti che vi facevano parte.
La sua presenza e la sua intensità furono tanto maggiori in quelle aree in cui il radicamento dei partiti ufficiali era più difficoltoso, soprattutto nelle grandi metropoli industriali come Torino e Milano. Nel sud Italia prese forma soprattutto tramite la ricostituzione della Confederazione Generale del Lavoro e scontò una forte avversione anche da parte del governo badogliano, laddove la presenza degli alleati avrebbe dovuto garantire un “ritorno alla normalità” tramite una spietata repressione nei confronti dei moti popolari.
Nel Nord, infatti, la contiguità tra le lotte operaie e la guerriglia partigiana aiutò in qualche modo a saldare il mito della liberazione nazionale con quello del “balzo in avanti” delle classi lavoratrici, accentuando anche le aspettative nei confronti di quella che si andava prospettando come “insurrezione finale”; nel Sud, partendo da Roma, l’insofferenza per la monarchia e il nuovo fascismo “mascherato” rinsaldarono la consapevolezza di dover superare le ambiguità della politica di unità nazionale e pretendere da subito alcune priorità: risoluzione delle urgenze economiche dei braccianti agricoli, maggiori agevolazioni in campo politico e smantellamento del vecchio ordinamento fascista.
In certi casi, le parole d’ordine altisonanti e la condotta meno politica e più spontanea di alcuni gruppi dissidenti può sembrare anacronistica o improduttiva ai fini del nuovo orizzonte politico che andava delineandosi in Italia, ma non va dimenticato come questi atteggiamenti fossero sicuramente condivisi da buona parte di quel segmento di popolazione che aveva intravisto nel PCI e nel PSI una concreta prospettiva di rinascita rivoluzionaria a guerra conclusa.
«E’ la voce di piccole sette, di gruppi già “dormienti” e che ora, illudendosi che stia per scoccare l’ora suprema dei conti con la borghesia, esprimono tutto il loro estremismo infantile? E’ un’azione di provocatori più o meno inconsci? E’, se non proprio una maschera della Gestapo <31, almeno una maschera dell’opportunismo attendista? Anche se esistono questi connotati, compresa la provocazione, il fenomeno indica piuttosto che all’inizio della lotta di liberazione emerge uno stato d’animo, tornano alla luce convinzioni dottrinali, tradizioni, impulsi di radicalismo classista, che sono più generalizzabili. Li troveremo per esempio nel Sud nelle file del Partito comunista e del Partito socialista, difesi dai quadri oltre che dalla base, li avvertiamo in nuclei operativi del Nord, tra gli intellettuali, i giovani, li sentiamo trapelare nei dibattiti dei gruppi dirigenti. E non è qui che sia dato di vedere una forte differenza tra Milano e Roma» <32.
E’ più che verosimile che queste dissidenze non costituirono mai una reale alternativa ai partiti di sinistra, soprattutto a causa della loro forte repulsione verso le politiche centriste del CLN, così come è un dato che, allo stesso tempo, esse «non furono in grado di recidere fino in fondo il cordone ombelicale che le legava alle ideologie della sinistra istituzionale» <33. E’ però vero che esercitarono un’effettiva influenza sulle masse più politicizzate della penisola, e il loro contributo di elaborazione teorica fu a sua volta riutilizzato dal PCI per assorbire il dissenso e mantenere una certa credibilità anche sul fronte delle aspettative rivoluzionarie.
I tentativi di questi gruppi di andare verso una piattaforma allargata e condivisa che si ponesse come un reale contraltare alla sinistra del CLN furono per lo più infruttuosi e scontarono, oltre alle divergenze ideologiche, anche una ferma opposizione sia da parte del governo centrale che dai militanti del “centro”.
E non sono ormai più un mistero nemmeno i tentativi (spesso riusciti) da parte del PCI di mettere a tacere una volta per tutte queste voci scomode tramite agguati e omicidi, per lungo tempo attribuiti alla rappresaglia fascista.
L’indebolimento che ne conseguì, unito all’assottigliamento delle divergenze teoriche tra le dissidenze e i partiti ufficiali della sinistra, convinse buona parte dei militanti che un “fronte unico” durante la guerra avrebbe favorito in larga parte una riorganizzazione della società in senso comunista a guerra terminata. L’assimilazione dei gruppi dissidenti divenne realtà anche prima dell’aprile 1945, ad esclusione di quei movimenti, decisamente minoritari, già precedentemente organizzati in partiti e le cui strutture potevano vantare una certa organicità. Il loro contributo subì una rimozione forzata all’interno dell’immaginario collettivo, per poi manifestarsi ciclicamente sotto nuove forme per un lungo periodo del dopoguerra, a dimostrazione del fatto che, se alcune voci erano state poste sotto silenzio, non valeva il medesimo discorso per i tanti militanti di base ancora illusi che l’alba nuova del socialismo non avrebbe tardato ad arrivare anche in Italia, magari accompagnata dalle divisioni dell’Armata Rossa sovietica.
[NOTE]
26 PEREGALLI A., La sinistra dissidente in Italia nel periodo della Resistenza, cit., p.63
27 Ibidem, p.61
28 «Settarismo, superiorità, saluto con il pugno chiuso, stella rossa, politica integrale, sfiducia e critica a tutto e tutti […]». PAVONE C., Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, cit., p.366
29 Ibidem, p.351
30 Ibidem, pp.366-370
31 Il sinistrismo e la maschera della Gestapo, in “La nostra lotta”, a.I, n.6, dicembre 1943, pp.16-19 è un articolo quasi sicuramente redatto da Pietro Secchia in cui vengono attaccati i più famosi gruppi dissidenti del nord Italia con l’accusa di essere agenti provocatori al soldo dei nazifascisti. Tornerò ad occuparmi più approfonditamente di questo articolo nel secondo capitolo.
32 SPRIANO P., Storia del Partito comunista italiano, cit., p.102
33 PEREGALLI A., L’altra Resistenza. Il Pci e le opposizioni di Sinistra, Graphos, 1991, cit., p.11
Tommaso Rebora, Oltre il PCI: “Stella Rossa” e i gruppi dissidenti nella Resistenza italiana, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Torino, Anno Accademico 2012-2013

#1943 #1944 #1945 #AngelaOttaviani #comunisti #dissidenti #ElioCatania #fascisti #guerra #integrale #Legnano #LelioBasso #Liberazione #lotta #milano #Nord #PCI #Resistenza #sinistra #sinistrismo #Sud #tedeschi #TommasoRebora #Torino #trotzkismo

oggi, dalle 14, su radio onda rossa: “lenuccia” e “giovanni e nori”, due testi per la resistenza

Tutta Scena Teatro ★ Radio Onda Rossa 87.9 fm
oggi, martedì 10 giugno 202, ore 14

LENUCCIA
una Partigiana del Sud

progetto e regia di Aniello Mallardo
tratto dal libro La guerra di mamma, di Gaetana Morgese e dal film Le quattro giornate di Napoli, di Nanni Loy
con Luigi Credendino e Maddalena Stornaiuolo
effetti sonori Salvatore Fiore

Esiste la storia di uomini illustri che hanno fatto la Storia, di persone straordinarie sopravvissute al logorio del tempo. Accanto ad essa, e forse sotto, brulica la vita di piccoli ma grandi individui che talvolta, in occasioni uniche ed eccezionali, smettono i panni consunti dell’ordinario per assumere sembianze eroiche. Così accadde all’intero popolo napoletano durante le quattro giornate di Napoli, così fu per Maddalena Cerasuolo ovvero Lenuccia, all’epoca una giovane ragazza di 22 anni che offrì il suo sostegno umano e militare contro l’occupazione nazista. Grazie al suo coraggio, assunse un ruolo sempre più significativo all’interno della città e principalmente all’interno del suo quartiere, La Sanità.
Lenuccia è l’emblema della forza di tutti i napoletani che si sono ribellati, di tutte le donne che hanno impugnato le armi per i propri figli. Uno spettacolo per non dimenticare, per non accettare con rassegnazione i soprusi e le ingiustizie, per rinunciare all’egoismo e fare posto al bene comune.

https://archive.org/details/Lenuccia.unaPartigiana.del.sud (39′)

a seguire:

ore 14:40

GIOVANNI E NORI
una storia di Amore e di Resistenza

Daniele Biacchessi (testo, regia, voce narrante)
Marino Severini dei Gang (voce, chitarra acustica 12 corde)
Sandro Severini dei Gang (chitarra elettrica)
Gaetano Liguori (pianoforte)
Fabio Verdini (tastiere, fisarmonica)

Giovanni Pesce è una figura leggendaria del Novecento italiano. Lavoratore immigrato in Francia, combattente repubblicano in Spagna, comandante dei GAP in Italia durante la guerra di Liberazione, è stato un punto di riferimento per tante generazioni di antifascisti fino alla
sua morte, a Milano, nel 2007.
Onorina Brambilla, Nori, è stata una comandante partigiana attiva prima nei gruppi di difesa delle donne e poi nei GAP, con il nome di battaglia di Sandra. Arrestata e torturata nel carcere di Monza, nel 1944, riesce a sopravvivere e a partecipare alle attività del CLN. Giovanni e Nori, una storia di Amore e di Resistenza è una doppia biografia scritta a quattro mani da Daniele Biacchessi e da Tiziana Pesce.

https://archive.org/details/Giovanni.e.Nori (59′)
info http://www.danielebiacchessi.it/?p=1876

L'#11maggio, in occasione dell'80esimo anniversario della #liberazione del #lager di #Mauthausen, si è tenuta una fantastica #cerimonia di #commemorazione con delegazioni provenienti da paesi di tutto il #mondo.
Per me, è stato un onore portare il labaro della sezione #ANED (Associazione Nazionale ex #Deportati nei Campi #Nazisti) di #Verona.

deportati.it/news/imponente-pa

Di fronte alle intimidazioni da regime del DVX #Meloni contro chi si dichiara #Antifascista, e alla straordinaria partecipazione al #25Aprile, festa della #Liberazione dal #Nazifascismo, i #Referendum2025 devono diventare un grande esercizio di democrazia.
Un’occasione per dimostrare che l’Italia è viva, libera e resistente. E per spazzare via ogni velleità di restaurazione fascista, ricacciando nelle fogne i nostalgici del dittatore sanguinario #Mussolini.

#CinqueSI

a san lorenzo la festa della resistenza continua: programma delle iniziative del 26 e 27 aprile

Il programma completo qui:
https://slowforward.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/04/programma-festa-della-resistenza-2025_-roma-san-lorenzo.pdf

oppure qui:
https://culture.roma.it/festadellaresistenza/

o infine, in (grezzo) html, qui:

Sabato 26 aprile

  • CINEMA TIBUR, Via degli Etruschi 36

Maratona cinematografica resistente

Ore 16.10 – La notte di San Lorenzo (1982) di Paolo e Vittorio Taviani

Ore 18.10 – Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola

Ore 20.10 – L’uomo che verrà (2009) di Giorgio Diritii

Ore 22.15 – Bella Ciao – Song of Rebellion (2021) di Andrea Vogt

In collaborazione con il Cinema Tibur

 

  • Dalle ore 14 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Che Liberazione!”

Letture ad alta voce e laboratorio creativo

Da 6 anni

 

  • Ore 15 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Presentazione del libro “Assalto a San Lorenzo. La prima strage del fascismo al potere”

Con Rolando Galluzzi, Wilma Labate e Gabriele Polo

In collaborazione con Donzelli editore

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 16 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Presentazione del libro “L’antifascismo. Una tradizione generativa (1945 –2025)”

Con Vinzia Fiorino, Andrea Rapini e Vittorio Zincone

In collaborazione con Donzelli editore

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 16 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Colonialismo”

Incontro con Alessandro Portelli e Igiaba Scego

Modera Annalisa Camilli

 

  • Ore 16 – PIAZZA DEI SANNITI

“Resistenza come progetto di futuro. Repubblica, Europa, emancipazione”

Lectio di Benedetta Tobagi

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 16,30 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Piccole letture resistenti”

Letture ad alta voce

Da 3 a 6 anni

 

  • Ore 16,30 – PIAZZA DEI SICULI

Presentazione del libro “La tigre e i gelidi mostri. Una verità d’insieme sulle stragi politiche in Italia” di Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese

Con Gianfranco Bettin e Gabriele Polo

In collaborazione con Feltrinelli editore

A cura dell’Associazione Culturale Ringhera

 

  • Ore 16,45 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Sempre è ora. Attualità delle lotte di Resistenza”

Incontro con Davide Conti, Andrea Fabozzi e Valentina Pazè

 

  • Ore 16,45 – PIAZZA DEI SANNITI

“Una verità d’assieme. La storia di Mario Amato, magistrato della Costituzione”

Incontro con Sergio Amato, Marco Damilano e Ilaria Moroni

E con un’introduzione dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 17 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

“Il fascismo. Un regime di guerra”

In collaborazione con la Fondazione Gramsci

Con Lucia Ceci, Alessio Gagliardi, Gregorio Sorgonà ed Ermanno Taviani

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 17,30 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Di che colore è la libertà?”

Letture ad alta voce

Da 6 anni

 

  • Ore 17,30 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Scritture femminili resistenti”

Incontro con Benedetta Tobagi e Nicoletta Verna

Modera Marino Sinibaldi

In collaborazione con Timbuctu

 

  • Ore 17,45 – PIAZZA DEI SANNITI

“Le altre Resistenze oggi”

Incontro con Lucia Goracci, Francesca Mannocchi e Fabio Tonacci

Modera Eleonora Belviso

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 17,45 – PIAZZA DEI SICULI

Presentazione del libro “La scelta giusta. Quattro storie sulla Resistenza” di Emilio Drudi

Con Clara Habte e Fabio Maricchi

In collaborazione con Calamaro Edizioni e la Rete giornalisti #Nobavaglio

A cura dell’Associazione Culturale Ringhera

 

  • Ore 18,30 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Facciamo la Storia”

Letture ad alta voce e laboratorio creativo

Da 6 anni

 

  • Ore 18:30 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“La Resistenza ebraica”

Lectio di Anna Foa

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 18,45 – PIAZZA DEI SANNITI

“Neofascismi”

Incontro con Francesco Cancellato ed Emiliano Fittipaldi

Modera Michela Ponzani

Con un’introduzione dell’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 19,15 – PIAZZA DEI SICULI

“Ricordo di Paolo Rossi, ucciso dai fascisti il 27 aprile 1966 all’interno dell’Università Sapienza di Roma”

Con Giorgio Alleva, Alberto Olivetti e in collegamento telefonico con Orietta Rossi Pinelli

A cura dell’Associazione Culturale Ringhera

 

  • Ore 20,30 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Omaggio a Nicola Stame, il tenore partigiano. La vita, il canto, la resistenza e la morte alle Fosse Ardeatine”

Recital lirico per pianoforte e voce che racconta la vita e il coraggio di Nicola Stame, artista ucciso dalla barbarie nazifascista alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944.

Con gli artisti di “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma e letture di Alice Palazzi tratte da “Il tenore partigiano” di Lello Saracino (ed. Alegre) per la regia di Antonella Lo Bianco.Una Produzione del Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con ANFIM (Ass. Nazionale Famiglie Italiane Martiri)

 

  • Ore 20,30 – PIAZZA DEI SANNITI

“La fisarmonica verde”

Spettacolo di e con Andrea Satta con un ricordo di Giovanna Marini con la Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio diretta da Silverio Cortesi. La denuncia di una strage avvenuta in Germania nel 1945, una fisarmonica verde smeraldo, dischi di musica italiana degli anni ‘60 e un cappottone russo. Con una bicicletta in giro per la Sardegna sulle tracce del padre, i ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari.

Con Giorgio Maria Condemi e Angelo Pellini, con le Musiche dei Têtes de Bois, i disegni di Marta Dal Prato e la regia di Ulderico Pesce.

 

Domenica 27 aprile

  • Ore 9,30 – PIAZZA DEI SANNITI

Manifestazione Sportiva

a cura di A.S.D. Popolare S. Lorenzo con gare ed esibizioni di Parakarate, Karate, Tae Kwon Do, Kickboxing, Muay Thai

 

  • Ore 10 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Fosse Ardeatine”

Lectio di Alessandro Portelli

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 10,30 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Presentazione del libro “Roma in armi. La Resistenza nella Capitale 1943-1944”

Con Davide Conti e Aldo Di Russo

Modera Simona Maggiorelli

In collaborazione con Carocci editore

 

  • Ore 10,45 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Resistenza e Costituzione”

Lectio di Marco Fioravanti

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 11 PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Piccole letture resistenti”

Letture ad alta voce

Da 6 anni

 

  • Ore 11,15 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

“Comizi di Libertà”

Microfono aperto per condividere storie di Resistenza a Roma ereditate per via familiare: genitor*, nonn*, bisnonn*. Un esperimento di storia orale dal vivo.

Con Paolo Di Paolo e Simone Nebbia

 

  • Ore 11,30 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Memoria della Resistenza in Italia e Germania”

Incontro con Francesco Albertelli, Andreas Krüger, Lutz Klinkhammer e Petra Terhoeven

Modera Michela Ponzani

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 12 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Arrivo della pedalata partigiana e lettura di brani de “La Storia” di Elsa Morante e a seguire la mise en espace di Emanuela Giovannini “Nel fior fiore della gioventù partigiana: la Resistenza dei bambini” con letture di Arturo Belluardo, Paolino Blandano, Emanuela Giovannini e Carolina La Monica

A cura dell’Associazione Culturale Parole e Ombre

 

  • Ore 12 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Lib(e)riamoci!”

Letture ad alta voce

Da 6 anni

 

  • Ore 12,15 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

Presentazione del Libro “Il prezzo della libertà. 40 vite spezzate dal fascismo (1919-1945)”

Con Marcello Flores e Mimmo Franzinelli

In collaborazione con Laterza editore

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Dalle ore 12,30 – VIA DEGLI AUSONI E VIA DEI VOLSCI

“Pastasciuttata antifascista”

In collaborazione col ristorante “Pommidoro dal 1890”

 

  • Ore 13 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

“1968-1978. Quando la Costituzione si mosse”

Incontro con Davide Conti, Stefania Limiti e Ilaria Moroni

 

  • Ore 14 – LIBRERIA GIUFÀ

Presentazione del Libro “La storia nelle strade. Pigneto ’44 RIBELLI”

Con Alessandra Gissi, Maria Lepre e Luciana Romoli

In collaborazione con Red Star Press e con le illustrazioni di Alessio Spataro

A cura del Centro di Documentazione “Maria Baccante” Archivio Storico Viscosa

 

  • Ore 14 PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Storie da costruire”

Letture ad alta voce e laboratorio creativo

Da 6 anni

 

  • Ore 16 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Gastone Novelli. Fumetti e linguaggi resistenti”

Incontro con Pablo Echaurren, Raffaella Perna e Marco Rinaldi

In collaborazione con Fondamenta. Fondazione per le Arti e la Cultura

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 16 – PIAZZA DEI SANNITI

“Sorvegliati speciali”

Lectio di Michela Ponzani

 

  • Ore 16,30 PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Piccole letture resistenti”

Letture ad alta voce

Da 3 a 6 anni

 

  • Ore 17 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Scritto sul muro. Vita e arte di Gastone Novelli”

Incontro con Franco Corleone e Andrea Cortellessa

Letture di Edoardo Albinati

In collaborazione con Fondamenta. Fondazione per le Arti e la Cultura

Con LIS (Lingua Italiana dei Segni)

 

  • Ore 17 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

“Ribelle mai domata. Storia e canti di una famiglia antifascista romana”

Spettacolo di Costanza Calabretta e Alessandro Portelli

Il racconto della vita dell’antifascista Mario Menichetti e della sua famiglia.

Ad accompagnare la memoria autobiografica sono le canzoni che lo stesso Mario cantava.

Con Matilde D’Accardi, Sara Modigliani e Nicola Sorrenti e con le musiche di Roberta Bartoletti, Massimo Lella e Gabriele Modigliani.

Una produzione Circolo Gianni Bosio. In collaborazione con la Casa della Memoria e della Storia

 

  • Ore 17,30 PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“Che bella Resistenza!”

Letture ad alta voce

Da 6 anni

 

  • Ore 18 – PIAZZA DEI SANNITI

Staffetta di Lettura di brani tratti dal libro di Michela Murgia “Istruzioni per diventare fascisti”

Leggono:

Chiara Bordi, Maria Chiara Cicolani, Valeria De Angelis, Fulminacci, Micol Meghnagi, Simonetta Musitano, Nicola Pecora, Arianna Pozzoli, Gioia Salvatori, Lorenzo Terenzi, Ludovico Tersigni, Pietro Turano.

Durante la lettura performance dal vivo di Dimensione Brama e di Laika

In collaborazione con Einaudi editore

 

  • Ore 18,30 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

Stand di Biblioteche di Roma

“A mani libere”

Letture ad alta voce e laboratorio creativo

Da 6 anni

 

  • Ore 19 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“E fummo vivi”

Spettacolo scritto e diretto da Veronica Liberale.

Gli anni tumultuosi della crisi dello Stato liberale e l’ascesa del fascismo raccontato attraverso le vicende di un gruppo di sanlorenzini. L’alba della Resistenza e la prima strage dello squadrismo fascista al potere.

Con Fatima Ali, Camilla Bianchini, Fabrizio Catarci, Guido Goitre, Veronica Liberale e Marco Zordan. In collaborazione con il Comitato di Quartiere San Lorenzo

 

  • Ore 20 – PIAZZA DELL’IMMACOLATA

“Francamente in concerto”

 

  • Ore 20 – PARCO DEI CADUTI DEL 19 LUGLIO 1943, Via Tiburtina

“Alta Tenzone – Poetry Show di resistenza poetica”

Un evento di poesia performativa, in forma di Poetry Slam, in cui la parola si fonde con l’urgenza politica e sociale dei nostri tempi.

Sul palco, i e le performer del collettivo WOW – Incendi spontanei daranno voce a testi che si muovono tra memoria e futuro, diritti e dissidenze, identità e conflitti. Una sfida di poesia, sì, ma in cui la cornice della competizione è solo un pretesto per un’azione collettiva, di riflessione condivisa, di lotta che si fa arte.

Con Giuliano Logos, Lorenzo Maragoni, Olympia, Giulia Sara, Leonardo Scrima, Gabriele Ratano e Davide Volpe

 

  • Ore 20,45 – PIAZZA DEI SANNITI

“Liberi sempre. Storie di chi ci crede ancora”

Spettacolo con Valerio De Filippis e Michela Ponzani

Musica di Ghosts & Blonde con Andrea Borrelli, Marco Capparelli, Marcello Lardo e Nicolò Pagani.

Un viaggio nel tempo, tra passato e presente, a 80 anni dalla guerra di Liberazione. La scoperta del coraggio delle donne nella storia, i sogni, le speranze di libertà, le scelte di disobbedienza, i dubbi, i tormenti e la ribellione di una generazione pronta a battersi in una guerra giusta chiamata Resistenza

 

  • Ore 22 – PIAZZA DEI SANNITI

“I campi in Aprile”

Dialogo tra Luciano Ligabue e Andrea Scanzi

 * 

Il calendario completo, suscettibile di variazioni e con tutte le info, sarà disponibile su: https://culture.roma.it/festadellaresistenza

La prossima #liberazione dai fascismi l’avremo quando verranno regolati o vietati gli algoritmi nei social, strumenti di proliferazione della propaganda e del pensiero illiberale.

Oh, se ci dicono che non si può voglio di nuovo la Coca Cola con la cocaina dentro: quella non si erano fatti tanti problemi a vietarla.